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Itinerario Psicologico

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La possibilità che la comprensione dell'essere umano passi per l'indagine delle relazioni a cui partecipa è un convincimento che risale ai primi tentativi dell'uomo di comprendere se stesso. La ricerca si è progressivamente articolata intorno a specifici quesiti resi attuali dall'osservazione nella clinica e nel quotidiano. I rapporti interpersonali sono investiti da tensioni emotive che ne deformano l'intenzionalità? Si deve allora cogliere l'origine di tali tensioni che operano inconsciamente agendo come delle forze oscure. Oppure i rapporti interpersonali aderiscono a delle regole che ne incurvano lo svolgimento e impediscono al nostro agire di essere l'espressione della nostra specificità? Si deve allora, almeno in primo tempo, mirare a riconoscere le operazioni e i processi che danno una individualità propria ai processi di comunicazione.
Oppure, ed è l'ultima formulazione sul tema, i rapporti personali si svolgono su due livelli anche se le manifestazioni sono apparentemente identiche? Al livello ignorato i rapporti sono caratterizzati dall'imitare le condizioni che si presume reggano i rapporti di cui sono il simulacro. Acquista allora importanza il processo di imitazione e la funzione che svolge.
L'indagine di ogni quesito ha integrato la comparsa di un altro; forse il processo è lontano dall'essere concluso. Il transfert, resistenza, la relazione indifferenziata sono le tappe di un cammino dove resta costante la presenza di un andamento relazionale la cui enigmaticità è la chiave di accesso ai nostri processi psicologici .
Gli autori proposti nei corsi dell'ISTITUTO IRISP sono tra i più espliciti e fertili rappresentanti di questo ardito e necessario progetto.

freud

1856
Sigmund Freud

Scopre lo spessore della psiche e il suo carattere plurifattoriale tra natura e cultura confrontandosi con i fenomeni sorprendenti e inattesi del transfert e della resistenza.

adler

1870
Alfred Adler

Sottolinea il senso collettivo come condizione dell'autenticità; il soggetto è all'opposto una personalità fittizia quando non è mosso dal riconoscimento dell'altro.

jung

1875
Carl Gustav Jung
Sensibilizza sulla necessità di introdurre l'inconscio collettivo che è una dimensione oltre il soggetto. L'aspetto essenziale della funzione dell'inconscio collettivo è di preformare l'esperienza.

klein

1882
Melanie Klein

Indica che i processi psichici principali riguardano l'asse relazionale e si basano su delle fantasie inconsce non originate dalla esperienza del soggetto.

horney

1885
Karen Horney

Fa emergere l'aspetto più sottile della ricerca di conferma. Non abbiamo bisogno di conferma per le qualità di cui siamo certi, ma saremo terribilmente esigenti e suscettibili quando si tratterà di false pretese.

piaget

1896
Jean Piaget

Descrive lo sviluppo psichico basato sulla coppia di operazioni assimilazione-adeguamento. La dimensione egocentrica ostacola la loro integrazione.

winnicott

1896
Donald W.Winnicott

Definisce "esperienza culturale" lo sviluppo della personalità rivolto ad acquisire la capacità di usare gli oggetti. Riconosce la funzione mediatrice essenziale del pensiero paradossale nel processo di crescita.

reich

1897
Wilhelm Reich

Sottolinea che la rigidità del carattere, e non il contenuto della condotta, svolge la funzione di allentare la tensione prodotta dall'inibizione.

bion

1897
Wilfred R.Bion

Rileva l'esistenza di un funzionamento psichico a cui dà il nome di gruppale poiché è riconoscibile esplicitamente nei gruppi, il suo aspetto enigmatico deriva dall'esistere prima che il gruppo sia formato.

lacan

1901
Jaques Lacan
Distingue tra una parola vuota, che organizza situazioni dove si crede ascoltata, e una parola che ascolta. Dà all'atto dell'ascoltare una nuova dimensione che richiede il superamento di quanto impedisce al soggetto di ascoltare se stesso.

bateson

1904
Gregory Bateson
Definisce ecologia lo studio di "ciò che connette" e considera che il mantenimento di un contesto rigido si oppone al processo di connessione.

bowen

1913
Murray Bowen
Mette all'origine dello sviluppo e della malattia mentale un processo di confusione tra emotivo e razionale. La confusione produce un tipo di relazione dove ogni persona diventa un prigioniero emotivo del modo in cui fa sì che funzioni l'altra persona.


gaddini

1916
Eugenio Gaddini
Propone di considerare il comportamento aggressivo, in alcune situazioni, rivolto contro tutto e niente. Le cariche aggressive non sono quindi dirette contro un oggetto; sono contro l'esterno, contro lo spazio esterno.

joseph

1917
Betty Joseph
Riconosce l'esistenza di un dolore psichico nell'incontro con l'esperienza emotiva realistica. Si tratta di una condizione necessaria per arrestare la confusione tra apparenza e realtà.

watzlawick

1921
Paul Watzlawick
Indaga l'effetto che la comunicazione, indipendentemente dal suo significato, ha sul comportamento e considera la relazione la più piccola unità di studio.




bleger

1923
José Bleger
Pone all'inizio dello sviluppo una fase di indifferenziazione retta da un funzionamento psichico che non richiede un'attività mentale. L'insuccesso nello sviluppo si traduce in una fuga nella realtà dove si mima il riconoscimento dell'altro come separato.


green

1927
André Green
Riconosce l'esistenza di un sapere anticipatorio che favorisce l'accesso del soggetto al pensiero e sensibilizza sul pericolo che si sdoppi in un non sapere che funziona come negazione del sapere.



fachinelli

1928
Elvio Fachinelli
Si occupa dell'esistenza di una spinta verso il chiuso a cui dà il nome di claustrofilia. L'area claustrofilica rappresenta l'iniziale livello evolutivo dei rapporti in cui domina un'unità duale con la figura dell'altro.

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