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L'Irisp che era > Varie
"Le tre mele" è un foglio di comunicazione dell'Istituto IRISP dove compaiono segnalazioni, considerazioni e informazioni sulle iniziative dell'Istituto. Le rubriche sono:
Il Giornalino prende il nome dal mito di Atalanta e Ippomene rappresentato dal famoso quadro di Guido Reni.
Il mito: Atalanta, nonostante le pressioni del padre, non voleva sposarsi perché un oracolo le aveva predetto che se lo avesse fatto sarebbe stata trasformata in un animale. Così annunciò che avrebbe sposato solo l'uomo capace di vincerla nella corsa; se fosse stata lei a vincere, avrebbe ucciso il pretendente. Molti giovani avevano trovato così la morte, perché Atalanta che era velocissima nella corsa a piedi, dato all'inizio un lieve vantaggio al suo concorrente, lo raggiungeva facilmente prima della meta, armata di una lancia con cui lo trafiggeva. Ippomene si innamorò perdutamente di Atalanta e pregò Afrodite di aiutarlo. Afrodite diede a Ippomene tre mele d’oro e gli indicò come utilizzarle. Ippomene si presentò come nuovo pretendente e riuscì a vincere la gara con Atalanta gettando davanti a lei, nel momento in cui stava per essere raggiunto, una dopo l’altra le tre mele d'oro, che spinsero la fanciulla a fermarsi per raccoglierle. I due giovani si sposarono, ma Ippomene dimenticò di ringraziare Afrodite per il servizio reso e la dea decise di vendicarsi. Tempo dopo, nel corso di una caccia i due sposi entrarono in un santuario dedicato a Cibele e indotti da Afrodite si saziarono d'amore. La dea, indignata per questo sacrilegio, li mutò entrambi in leoni perché i greci ritenevano che i leoni non si accoppiassero tra loro.
La metafora psicologica: Ogni giorno la vita ci offre tre mele con le quali riusciamo a fare divenire possibile compiti difficili. Il loro impiego permette la realizzazione del progetto, ma non garantisce di ottenere la vera meta che consiste nell’includere qualcosa che non riguarda la meta stessa. Quando si nasce, diceva Bion, la vita è solo a metà strada. Con l’aiuto dell’altro si può arrivare ad ogni meta, ma ogni conquista resta a metà se d’accorgersi dell’altro prova non si dà.